Diana, sei tra le più giovani del gruppo ma già con grande personalità in campo. Come hai iniziato a giocare a pallavolo?
Ho iniziato a giocare a pallavolo circa quattro anni fa e, in un certo senso, è stata anche mia cugina a trasmettermi questa passione. Lei ha praticato questo sport per molto tempo, fino all’inizio del periodo del Covid, e da piccola mi capitava di andare a vedere alcune sue partite: rimanevo affascinata dall’atmosfera in campo, dal gioco di squadra e dalle emozioni che si respiravano. Nonostante ciò, non avevo mai pensato seriamente di iniziare, finché in seconda media le ragazze della pallavolo cercavano nuovi giovani per formare le squadre e mi proposero di provare, mi sentii scelta e da quel momento è nato un vero entusiasmo che mi ha fatto appassionare sempre di più a questo sport.”
Hai cominciato come centrale, ma ora si parla di un futuro da schiacciatrice. Come vivi questo cambiamento di ruolo?
“innanzitutto apprezzo molto questa scelta, perché significa che la mia allenatrice ha visto in me delle potenzialità e crede che io possa esprimermi al meglio come schiacciatrice. Già negli ultimi anni era stato accennato a questa possibilità, ma non l’avevo mai realizzata davvero, visto che ho sempre giocato da centrale sin dal primo giorno in palestra. Per questo motivo all’inizio la proposta mi ha un po’ spiazzata: ho più tecnica ed esperienza da centrale che da martello, e so che ci vorranno tanto lavoro e impegno per adattarmi. Non sarà una passeggiata, ma sono pronta a mettercela tutta. Da una parte resto molto legata al ruolo di centrale, perché lo sento vicino alla mia personalità, dall’altra sono entusiasta di questa nuova sfida: diventare schiacciatrice può aiutarmi a crescere ancora di più e a completarmi come giocatrice.”
Qual è il tuo punto di forza come atleta? Tecnica, grinta, visione di gioco… cosa ti rappresenta di più?
“Sono una persona molto autocritica e testarda, e a volte questo mi porta a perdere un po’ di lucidità in campo, lasciandomi sopraffare dalle emozioni. Nonostante questo, la tecnica rimane sempre il mio punto di riferimento: anche nei momenti di nervosismo o quando non riesco a gestire al meglio le emozioni, la tecnica mi sostiene e mi permette di fare la differenza. Credo che sia proprio questo il mio punto di forza: avere una base tecnica solida che mi aiuta a esprimermi in ogni situazione, anche quando la testa non è del tutto libera.”
C’è un momento speciale che ricordi con il Volley Carsoli? Una partita, un gesto, un’emozione?
“Un momento speciale per me è stato il giorno del mio quindicesimo compleanno. Eravamo in trasferta e durante il riscaldamento il coach mi comunicò che sarei entrata in campo a giocare. Non ero pronta mentalmente a quella situazione, ma dentro di me spettavo da tempo quel momento. Ho affrontato la partita con un po’ di timore, ma cercando di mettere in campo tutto quello che sapevo fare. È stata un’esperienza davvero significativa, che considero un po’ come il mio regalo di compleanno.”
Com’è il clima nel gruppo squadra? C’è qualcuno che ti ispira o ti fa sorridere ogni giorno?
“Il clima nel gruppo è molto sereno e io mi sento a mio agio, vivendo la palestra con tranquillità e allegria. Non mancano mai le risate, e stare con la squadra mi mette sempre gioia. Ci sono compagne che mi ispirano e che riescono a farmi sorridere ogni giorno: alcune, un po’ come sorelline maggiori, si accorgono quando non sono soddisfatta di me stessa o quando sono giù e sanno sempre come rassicurarmi e starmi vicino. Grazie a loro, sia in palestra sia in campo, riesco a sentirmi sempre supportata
Hai un sogno sportivo nel cassetto? Dove ti immagini tra qualche anno con la pallavolo?
“Certo, come ogni atleta appassionata del proprio sport, ho un sogno nel cassetto: raggiungere livelli importanti nella pallavolo e crescere sempre di più come giocatrice, con la speranza un giorno di farmi conoscere nel mondo dello sport. Anche se al momento non è il mio obiettivo principale, rimane comunque un piano importante per il mio futuro e un traguardo a cui posso ambire con impegno e dedizione.”